DIRITTO AL LAVORO, DIRITTO AL WELFARE:
UNIAMO LE LOTTE
Le lotte di lavoratori e
lavoratrici di coop. sociali, enti del terzo settore in diverse città italiane
dimostrano che la precarietà è ormai elemento caratterizzante del welfare
(minori servizi erogati tra tagli e riduzione dell'intervento sociale) e la
condizione in cui opera e vive la forza lavoro del terzo settore (contratti
precari, partite iva fasulle, contratti a tempo determinato, riduzione orarie e
salariali). In ogni caso, in Italia, il welfare correttamente inteso non si è
mai sviluppato pienamente.
Il welfare é precario perché
il lavoro di coloro che erogano i servizi è precario; sono precari gli stessi
servizi offerti (destinati a continui tagli), precaria é la formazione al
lavoro nel sociale (al lavoratore subentra la figura del volontario nonostante
le statistiche dimostrino la drastica riduzione dei volontari per la crisi
economica), precaria è la condizione di vita e di lavoro degli utenti dei
servizi. Nel panorama generale della privatizzazione, della sussidiarietà e
della esternalizzazione dei servizi sociali, il risparmio di fondi pubblici e
la garanzia dei profitti si combinano magicamente grazie alla precarizzazione
di coloro che nel welfare lavorano. Professioniste di questa combinazione sono
le cooperative sociali: dietro la facciata di una gestione orizzontale dei
diritti e dei doveri, lavorare in una cooperativa significa spesso solo la
possibilità di non essere pagati per mesi se la cooperativa stessa versa in
cattive condizioni economiche o se il committente pubblico è in ritardo di mesi
nei pagamenti. A ciò' si aggiungano gli appalti al ribasso, una condizione di
ricattabilità delle lavoratrici nelle cooperative (la riduzione delle ore è
spesso anticamera del licenziamento) con il costante ricatto imposto ai soci
(chi decade da socio perde anche il lavoro).
Molti dei servizi erogati dal
welfare sono resi possibili solo dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore
che subiscono una condizione di sfruttamento selvaggio da parte delle
committenze pubbliche e delle cooperative stesse che devono far quadrare i
conti.
Le esperienze concrete degli
operatori e delle operatrici sociali siano allora la base di partenza per
costruire connessioni dentro e fuori il mondo del welfare; del resto mentre i
rapporti di lavoro sono resi sempre più instabili e precari, vengono richiesti
requisiti sempre maggiori, spesso e volentieri conseguiti a spese di lavoratori
e lavoratrici. Vogliamo discutere delle condizioni di lavoro nel terzo settore
e di come il welfare sia sempre più tenuto in piedi da donne, migranti,
studenti \lavoratori... Allo stesso tempo, i servizi erogati non coinvolgono i
soggetti che beneficiano degli stessi, o che teoricamente dovrebbero
usufruirne, visto che la platea dei beneficiari è in costante riduzione tra
tagli, spending review e monetizzazione dei servizi. I nostri obiettivi?
• Intervenire nel merito degli
appalti e delle convenzioni salvaguardando il monte
orario, le condizioni di
lavoro, i contratti a tempo indeterminato;
• parlare di come uscire
dall'ambito locale per connettere esperienze di lotta fuori dal proprio ambito
cooperativo;
• discutere di cosa significa
scioperare nel welfare precario;
• trovare nuovi metodi per
colpire i responsabili di questo scempio sociale in un momento in cui la crisi
dell'azione sindacale e la sua insufficienza sono sempre più evidenti, come
evidenti sono i limiti delle vertenze (poche e difficili da condurre per la
ricattabilità della forza lavoro sempre più frammentata, per una legislazione
in materia di lavoro che colpisce diritti collettivi e individuali)
• parlare della condizione
precaria dei lavoratori e delle lavoratrici del welfare, confrontarci sulle
modalità di lotta attualmente possibili, costruire una rete che vada oltre
l'isolamento delle singole esperienze di lotta.
Un confronto che dovrà portare
a mobilitazioni, nazionali e non, per unire contenuti e pratiche incisive per
il maggior coinvolgimento possibile di lavoratori e lavoratrici, anche sulle
questioni relative alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e a tutela di
chi lavora nei vari servizi e progetti.
Il Coordinamento delle
cooperative sociali aderente al Cobas lavoro privato e all'USI fa
propria la centralità dei Servizi Sociali intesi come un Bene Comune da
difendere e da preservare dai tagli della spending review e da una
organizzazione del welfare e del lavoro improntati alla precarietà.
Il coordinamento delle
cooperative sociali Cobas e USI vuole interagire con tutte le realtà di
lotta e contribuire alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del terzo
settore
Confederazione COBAS Lavoro
Privato cobascooperativeroma@gmail.com
Unione Sindacale Italiana – USI
nazionale usiait@virgilio.it
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