mercoledì 2 luglio 2014

SULLA CRISI FINANZIARIA DI ROMA CAPITALE


 

NOTE INTRODUTTIVE ALLA CRISI FINANZIARIA DI ROMA CAPITALE

 

 

Quello che il Salva Roma ha predisposto per il Comune di Roma altro non è che un commissariamento mascherato, neanche troppo bene.

Come si può chiamare, infatti, l'imposizione di un "Piano di Rientro" che deve riequilibrare il dissesto finanziario di Roma Capitale che si protrae da decenni e che non prevede il coinvolgimento dell'Assemblea Capitolina?

Il Piano di Rientro, impone infatti tagli, svendite, esternalizzazioni e fusioni per ripianare il debito... con le banche. E vede il dialogo solo tra Governo e Giunta di Roma Capitale. Nessuno, però, si è preso la briga di approfondire gli effetti di questi grandi progetti economici: migliaia di lavoratori in apprensione per i proprio posti di lavoro e cittadini che non sanno cosa avverrà nell'erogazione dei servizi. Certo è che alcuni effetti di queste politiche, descritte con annunci eclatanti sulle presunte soluzioni a tutti i mali del mondo, già si vedono. Ad esempio, il punto INCONTRAGIOVANI di largo Corrado Ricci, che da quindici anni insiste sul territorio del centro storico e che ha intessuto relazioni sociali ed indirizzato centinaia di giovani e meno giovani nel mondo del lavoro, è stato chiuso da un giorno all'altro per cessata locazione. Sì, perché Roma Capitale, in tempi di austerità, ha deciso di applicare la "spending review", risparmiando sugli affitti a privati; peccato che si sapesse già da sei mesi quando  sarebbe scaduto il contratto; ma nessuno ha predisposto decentemente la chiusura e relativo spostamento dello sportello e del servizio stesso. Ma tant'è!

Nel Piano di Rientro, inoltre, si punta l'indice sulle "municipalizzate", intese come pozzi senza fondo che non hanno saputo diventare virtuose e non sono diventate produttive. Grandi società con migliaia di lavoratori e lavoratrici, come AMA e ATAC, vengono considerate come ricettacolo di assenteisti colpevoli di aver rovinato il trasporto romano o la gestione dei rifiuti. Non ci si sofferma, però, sulle inchieste in corso che riportano l'attenzione sui veri colpevoli del dissesto finanziario: dirigenze troppo politicizzate che, in un caso, hanno persino fatto clonare i biglietti per il trasporto per "devolverne" il ricavato alle forze politiche. Nell'altro caso, si è ricorsi alla chiamata diretta per assumere amici e parenti ("parentopoli").

E ora? Chi dovrebbe pagare per l'incapacità dell'Ente Locale di applicare le funzioni di vigilanza e controllo su queste dirigenze? I lavoratori - nel caso venissero stravolte le loro collocazioni - e il servizio stesso, se venissero privatizzate tali aziende. Stesso metro di giudizio   è stato applicato nell'ambito dei servizi sociali, perché anche la società FARMACAP, che gestisce servizi socio-assistenziali (come il telesoccorso) e le farmacie comunali, è nel centro del mirino. Quello che non si sa è che di tale società è stato presentato un doppio bilancio nel 2011: il primo in attivo, il secondo con un debito di 15 mln di euro. Cosa è successo non è dato sapere: fatto sta che l'OREF nella sua relazione evidenzia una gestione non in linea con il dettato del TUEL.

Il Piano di Rientro condiziona pesantemente il bilancio preventivo 2014 e triennale 2014-16 di Roma Capitale. Se tagli ci saranno a monte (con il Piano di Rientro), a valle ci saranno ghigliottine. Basti leggere la relazione introduttiva del Sindaco Marino sulla bozza di bilancio della Giunta che il Consiglio discuterà, modificherà (?) e approverà tra pochi giorni - e si può capire anche l'inversione di tendenza nell'ambito della cultura. Attualmente la società in house Zètema Progetto Cultura srl, gestisce, tra l'altro,   il sistema dei Musei Civici che comprende musei più o meno visitati. Nella relazione il sindaco Marino punta l'indice contro i musei meno visitati (ma ancora importanti!), dichiarando che verranno aperti da volontari e l'ingresso sarà gratuito. Un esempio di quanto questo approccio di facciata sia superficiale lo si ha verificando l'elenco di tali musei "piccoli": viene indicata, infatti, anche la "Villa di Massenzio", con entrata, oggi, a pagamento, che vede all'interno della sua area anche il Circo di Massenzio, appena restaurato. Restauro costato circa 870.000 euro. E ora si aprirà gratis? Mistero delle politiche economiche di un sindaco commissariato.

Altre società come Risorse per Roma, per esempio, oggi gestiscono il patrimonio immobiliare del Comune e si occupato del condono, con personale tecnico altamente specializzato. Eppure, anche per società come questa (nonostante abbia un bilancio in attivo) si vocifera di dismissioni o fusioni (con Roma Metropolitane).

Fatte queste premesse, ci si domanda come bisognerebbe realmente agire per difendere la "res publica". Le aziende municipalizzate, sono state create per esportare all'esterno dell'Ente Locale dei servizi fino ad allora prestati dall'Ente Locale stesso. Si doveva risparmiare. La realtà è che le privatizzazioni hanno fallito gli obiettivi e hanno portato al collasso diversi Comuni. Eppure si continua in quella direzione per "fare cassa".

Occorre, al contrario, un'inversione di tendenza. In tempi in cui il nostro Presidente del Consiglio in Europa riesce a a riaprire le maglie della gestione del debito, in Italia bisogna aprire le maglie del Patto di Stabilità interno. Bisogna infatti operare un monitoraggio degli effetti che produrrebbe la RE-INTERNALIZZAZIONE di determinati servizi in termini di benefici economici per gli Enti Locali. Perché è noto che, attualmente, un lavoratore di un'Azienda municipalizzata (qualunque sia il tipo di CCNL ad esso applicato) costa molto più di un dipendente pubblico: infatti, il costo comprende il profitto garantito (con i soldi dei contribuenti) dell'Azienda, con le inevitabili conseguenze sul servizio erogato. È necessario perciò fare un passo indietro, per ricavare benefici economici che consentano un balzo in avanti: sia in termini di erogazione dei servizi, sia in termini di risparmio, ma soprattutto per la tutela dei posti di lavoro ed il mantenimento degli attuali livelli professionali e della qualità dei servizi ai cittadini.

 

 

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