NOTE INTRODUTTIVE ALLA CRISI
FINANZIARIA DI ROMA CAPITALE
Quello che il Salva Roma ha predisposto per il Comune di
Roma altro non è che un
commissariamento mascherato, neanche troppo bene.
Come si può
chiamare, infatti, l'imposizione di un "Piano di Rientro" che deve
riequilibrare il dissesto finanziario di Roma Capitale che si protrae da
decenni e che non prevede il coinvolgimento dell'Assemblea Capitolina?
Il Piano di
Rientro, impone infatti tagli, svendite, esternalizzazioni e fusioni per
ripianare il debito... con le banche. E vede il dialogo solo tra Governo e
Giunta di Roma Capitale. Nessuno, però, si è
preso la briga di approfondire gli effetti di questi grandi progetti economici:
migliaia di lavoratori in apprensione per i proprio posti di lavoro e cittadini
che non sanno cosa avverrà nell'erogazione dei servizi. Certo è
che alcuni effetti di queste politiche, descritte con annunci eclatanti sulle
presunte soluzioni a tutti i mali del mondo, già
si vedono. Ad esempio, il punto INCONTRAGIOVANI di largo Corrado Ricci, che da
quindici anni insiste sul territorio del centro storico e che ha intessuto
relazioni sociali ed indirizzato centinaia di giovani e meno giovani nel mondo
del lavoro, è stato chiuso da un giorno all'altro
per cessata locazione. Sì, perché
Roma Capitale, in tempi di austerità, ha deciso di applicare la
"spending review", risparmiando sugli affitti a privati; peccato che
si sapesse già da sei mesi quando sarebbe scaduto il contratto; ma nessuno ha
predisposto decentemente la chiusura e relativo spostamento dello sportello e
del servizio stesso. Ma tant'è!
Nel Piano di
Rientro, inoltre, si punta l'indice sulle "municipalizzate", intese
come pozzi senza fondo che non hanno saputo diventare virtuose e non sono
diventate produttive. Grandi società con migliaia di lavoratori e
lavoratrici, come AMA e ATAC, vengono considerate come ricettacolo di
assenteisti colpevoli di aver rovinato il trasporto romano o la gestione dei
rifiuti. Non ci si sofferma, però, sulle inchieste in corso che
riportano l'attenzione sui veri colpevoli del dissesto finanziario: dirigenze
troppo politicizzate che, in un caso, hanno persino fatto clonare i biglietti
per il trasporto per "devolverne" il ricavato alle forze politiche.
Nell'altro caso, si è ricorsi alla chiamata diretta per
assumere amici e parenti ("parentopoli").
E ora? Chi
dovrebbe pagare per l'incapacità dell'Ente Locale di applicare le
funzioni di vigilanza e controllo su queste dirigenze? I lavoratori - nel caso
venissero stravolte le loro collocazioni - e il servizio stesso, se venissero
privatizzate tali aziende. Stesso metro di giudizio
è stato applicato nell'ambito dei servizi sociali, perché
anche la società FARMACAP, che gestisce servizi
socio-assistenziali (come il telesoccorso) e le farmacie comunali, è
nel centro del mirino. Quello che non si sa è
che di tale società è
stato presentato un doppio bilancio nel 2011: il primo in attivo, il secondo
con un debito di 15 mln di euro. Cosa è successo non è
dato sapere: fatto sta che l'OREF nella sua relazione evidenzia una gestione
non in linea con il dettato del TUEL.
Il Piano di
Rientro condiziona pesantemente il bilancio preventivo 2014 e triennale 2014-16
di Roma Capitale. Se tagli ci saranno a monte (con il Piano di Rientro), a
valle ci saranno ghigliottine. Basti leggere la relazione introduttiva del
Sindaco Marino sulla bozza di bilancio della Giunta – che il Consiglio discuterà,
modificherà (?) e approverà tra pochi giorni - e si può
capire anche l'inversione di tendenza nell'ambito della cultura. Attualmente la
società in house Zètema
Progetto Cultura srl, gestisce, tra l'altro,
il sistema dei Musei Civici che comprende musei più
o meno visitati. Nella relazione il sindaco Marino punta l'indice contro i
musei meno visitati (ma ancora importanti!), dichiarando che verranno aperti da
volontari e l'ingresso sarà gratuito. Un esempio di quanto questo
approccio di facciata sia superficiale lo si ha verificando l'elenco di tali
musei "piccoli": viene indicata, infatti, anche la "Villa di
Massenzio", con entrata, oggi, a pagamento, che vede all'interno della sua
area anche il Circo di Massenzio, appena restaurato. Restauro costato circa
870.000 euro. E ora si aprirà gratis? Mistero delle politiche
economiche di un sindaco commissariato.
Altre società
come Risorse per Roma, per esempio, oggi gestiscono il patrimonio immobiliare
del Comune e si occupato del condono, con personale tecnico altamente
specializzato. Eppure, anche per società
come questa (nonostante abbia un bilancio in attivo) si vocifera di dismissioni
o fusioni (con Roma Metropolitane).
Fatte queste
premesse, ci si domanda come bisognerebbe realmente agire per difendere la
"res publica". Le aziende municipalizzate, sono state create per
esportare all'esterno dell'Ente Locale dei servizi fino ad allora prestati
dall'Ente Locale stesso. Si doveva risparmiare. La realtà è
che le privatizzazioni hanno fallito gli obiettivi e hanno portato al collasso
diversi Comuni. Eppure si continua in quella direzione per "fare
cassa".
Occorre, al
contrario, un'inversione di tendenza. In tempi in cui il nostro Presidente del
Consiglio in Europa riesce a a riaprire le maglie della gestione del debito, in
Italia bisogna aprire le maglie del Patto di Stabilità
interno. Bisogna infatti operare un monitoraggio degli effetti che produrrebbe
la RE-INTERNALIZZAZIONE di determinati servizi in termini di benefici economici
per gli Enti Locali. Perché è
noto che, attualmente, un lavoratore di un'Azienda municipalizzata (qualunque
sia il tipo di CCNL ad esso applicato) costa molto più
di un dipendente pubblico: infatti, il costo comprende il “profitto garantito” (con i soldi dei contribuenti)
dell'Azienda, con le inevitabili conseguenze sul servizio erogato. È necessario perciò
fare un passo indietro, per ricavare benefici economici che consentano un balzo
in avanti: sia in termini di erogazione dei servizi, sia in termini di
risparmio, ma soprattutto per la tutela dei posti di lavoro ed il mantenimento
degli attuali livelli professionali e della qualità
dei servizi ai cittadini.
Segreteria Generale Nazionale
Confederale
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