VERBALE
DELLA RIUNIONE DELL’ESECUTIVO NAZIONALE E DEL COMITATO NAZIONALE DEI DELEGATI
USI
A
MILANO IL 4 – 5 GENNAIO 2013
Alle
ore 16 del 4 gennaio, su indicazione della Segreteria Collegiale e
dell’Esecutivo Nazionale per agevolare la partecipazione, si apre presso la
sede USI di Milano la riunione congiunta delle due strutture dell’UNIONE
SINDACALE ITALIANA per discutere su vari temi importanti e per la convocazione
del CONGRESSO NAZIONALE DELLA CONFEDERAZIONE.
I
delegati romani presentano subito il documento del Segretario Nazionale Roberto
Martelli (impossibilitato per motivi di salute ad essere presente) che viene
letto e allegato e propongono per presidente della Riunione congiunta dell’Esecutivo
e del Comitato Nazionale dei Delegati il
segretario della Federazione Romana Intercategoriale Giuseppe Martelli e quale
verbalizzatrice Nair Magnaghi della Federazione di Verbania, ai quali affidare
i compiti di stesura dei verbali che dovranno essere successivamente
depositati.
Il
presidente prende atto di una presenza articolata di membri dell’esecutivo
nazionale (in rappresentanza delle Federazioni Intercategoriali di Milano,
Udine, Genova, Roma e Verbania) e di delegati in rappresentanza delle varie
situazioni provinciali dove la nostra Confederazione è presente: Torino, Pavia,
Novara, Varese, Latina, Frosinone, Pistoia, Perugia, Foggia, Bologna, Rimini,
Caserta, Napoli, Reggio Calabria, Lecce e anche in rappresentanza dei sindacati USI:
Commercio Turismo e Servizi, SLAM, Enti Locali, Scuola e Università, Industria
… e dichiara aperta la riunione.
La
proposta della riunione congiunta, posta ai voti, è accettata dai presenti e si
inizia il dibattito sull’Odg proposto dalla segreteria nazionale ed integrato
dalla presidenza della riunione, con l’adesione dei delegati presenti:
·
Verifica
situazione nazionale e locale
·
Iniziative
e mobilitazioni nazionali e locali nell’arco del 2013
·
Contatti
con reti e situazioni a livello nazionale e internazionale
·
Problematiche
relative allo SLAM USI
·
Preparazione
e atti di indizione per il prossimo Congresso Nazionale Confederale dell’USI
(il XIV) nel 2014
·
Campagna
di Tesseramento
·
Organi
di comunicazione della Confederazione – sito e giornale LOTTA DI CLASSE
·
Varie
ed eventuali
Si
decide anche di affrontare più punti all’Odg negli interventi delle varie
strutture per velocizzare i lavori.
Prende
per primo la parola il segretario della Federazione intercategoriale di Milano,
S. BRUZZESE, anche nella sua funzione di Segretario Nazionale del sindacato USI
COMMERCIO – TURISMO e SERVIZI (che ha ormai una rappresentanza articolata su
tutto il territorio nazionale) , che informa la costituzione di nuove sezioni
del sindacato in altre province: PAVIA, NOVARA, VARESE e TORINO e che delegati
di queste sono presenti alla riunione.
Ricorda
che sono pervenuti vari documenti da situazioni locali impossibilitate ad
essere presenti per motivi di salute o familiare dei delegati; fra questi
quello della Federazione di Bologna che chiede un aiuto a livello nazionale per
pagare le spese legali di una vertenza persa.
Fa
presente il consistente aumento di iscritti per la situazione milanese, che è
sempre più attiva nei cambi di appalti e nelle vertenze del settore
socio-sanitario, in alcuni casi con la collaborazione di altre strutture di
base (vedi Cobas), a questa situazione di crescita si contrappone la necessità
di avviare cause di difesa di lavoratori o sezioni sindacali contro i tentativi
di padroni e padroncini di peggiorare le condizioni salariali e di lavoro,
spesso con l’avallo di compiacenti sindacalisti confederali. Ricorda come nelle
varie cause avute a Milano sia stata accertata la consistenza associativa
nazionale del sindacato USI COMMERCIO – TURISMO e SERVIZI, che potrebbe ottenere
maggiore rappresentanza se tutte le strutture locali fornissero presenze e
sezioni costituite alla Segreteria del Sindacato (milano@usiait.it).
Interviene
la delegazione romana che fa presente che la FEDERAZIONE INTERCATEGORIALE si è
presa carico durante tutto il 2013 di partecipare a nome della Confederazione a
tutte le iniziative e mobilitazioni svoltesi a ROMA, così come di organizzare
scioperi nazionali o appoggiare a livello nazionale le lotte dei precari della
scuola.
Viene
specificato che a livello nazionale si sta lavorando per la ricostituzione di
una Rete nazionale lavoratori coop. Sociali – Terzo settore, si sta appoggiando
le iniziative della RETE NAZIOANLE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI
TERRITORI (di cui l’USI è stata tra le fondatrici), si stanno appoggiando le
iniziative e le mobilitazioni nazionali nella scuola, con un appoggio
particolare a quelle del Coordinamento dei Precari, e si vuole (partendo da una
realtà romana in via di consolidamento) dar vita ad un Coordinamento Nazionale
contro la SPENDING REVIEW (che comporterà forti tagli nelle aziende partecipate
degli enti locali e in molti casi un reale rischio di privatizzazione delle
stesse) …
Questo
ha significato anche la solidarietà locale alle lotte degli autisti dell’ATAC
contro tagli e parziale privatizzazione, così come la nascita di una nuova
sezione a RISORSE PER ROMA, un’altra delle aziende partecipate e/o speciali di
ROMA CAPITALE (nuove definizione del Comune di Roma) che si aggiunge alla
presenza e alle mobilitazioni di questi ultime mesi in ZETEMA – FARMACAP –
MULTISERVIZI, CANILI COMUNALI …
Varie
sono le vertenze locali che si aggiungono a queste: sia tra i/le lavoratori/trici
del Comune in specie settore istruzione e cultura, vedi Nidi e Scuole
d’Infanzia e Biblioteche comunali che in settori privati (nidi convenzionati
…), che nel settore socio sanitario da CAPODARCO alle decine di coop. Sociali dove
siamo rappresentativi, fino al settore del commercio (vedi esposti contro la
MOTORCITY)…
A
queste vertenze debbono aggiungersi iniziative (anche costruite
dall’Associazione nazionale USICONS onlus, molto presente nella realtà romana)
sul TEATRO PUBBLICO PARTECIPATO, sulle lotte per il DIRITTO ALL’ABITARE (in
particolare contro gli sfratti dell’ATER – azienda comunale delle case
popolari) e per ultimo sulla proposta di una DELIBERA CONSILIARE DI INIZIATIVA
POPOLARE contro i finanziamenti di Roma Capitale alle scuole private che devono
essere invece utilizzati per le scuole comunali (il comitato costituito sulla
base di una proposta fatta dall’USI vede oggi la presenza di una trentina di
strutture, che vanno dai sindacati di base (USI, CUB, USB, UNICOBAS) alle forze
politiche di sinistra (SEL – PRC – PDCI – Sinistra Anticapitalista)
dall’Associazionismo (USICONS, UAAR, Assoc. Valdesi, Scuola e costituzione,
Cinecittà Bene Comune, Action …) fino al Coordinamento delle scuole di Roma
(che comprende pezzi della sinistra CGIL, il Coordinamento Precari della
Scuola, Associazioni di Genitori e di studenti) …
Interviene
Renato Grego per la Federazione di UDINE che ha spiegato la situazione della
nuova sede, che dovrebbe essere affidata dal Comune all’USICONS e che
servirebbe per l’USI e per le altre associazioni tipo EMERGENCY che collaborano
nelle varie iniziative locali a livello sociale, anche se purtroppo ci sono
ancora ritardi nelle pratiche che non
permettono attualmente la disponibilità dell’USI di Udine quale sede del Congresso
Nazionale.
Viene
fatta presente come oggi nel Nord-Est ci
sia una vera e propria crisi occupazionale (tipo sud italia), con false Coop.
Sociali che schiacciano i lavoratori; concordando con quanto scritto nel
documento del Segretario Nazionale.
Necessita
quindi un intervento USI anche nel campo del lavoro autonomo con progetti
autonomi e/o autogestiti anche per la stessa sopravvivenza; così come il
rilancio di una richiesta di reddito (di cittadinanza o altro modello) per
tutti/e … in questa fase la federazione appoggia anche l’esperienza dei gruppi
di acquisto popolare (GAP) ed è favorevole all’apertura insieme ad altri di un
ambulatorio popolare… e di possibili esperienze autogestite (vedi nido)
Per
quanto riguarda invece interventi con altre situazione si esprime la difficoltà
territoriale di lavorare con altre strutture del sindacalismo di base, mentre è
più facile un intervento politico-sociale con altre situazioni presenti a
livello territoriale.
Interviene
nuovamente la Federazione di Milano che con Bruzzese fa presente la necessità
anche da parte dei Milanesi di una nuova sede più grande (per cui è iniziata
una trattativa) che possa servire per la nascita di una CAMERA DEL LAVORO sul
modello dell’USI storica che sappia coniugare il sindacale al sociale, anche
con la presenza di un legale fisso in sede, la gestione autonoma del CAF e di
una sezione di un Patronato già riconosciuto … così come la disponibilità per
fare corsi di formazione sindacale anche ai delegati delle nuove situazioni
provinciali che si sono venute a costituire in Lombardia, Piemonte e nel
Veneto.
Prende
la parola Roberto Bagnasco per la Federazione Genovese che ricorda la
difficoltà esistente in città per lo smantellamento del vecchio polo
industriale (Italsider, Fincantieri, Ansaldo, Marconi ….) che porta ad una vera
e propria disgregazione della classe lavoratrice senza più cultura operaia e di
classe. Difficoltà evidenti anche nella CGIL dove ci sono scontri tra le correnti e le forze politiche
che le sostengono. Riporta quanto successo nel servizio di trasporto pubblico
con forti mobilitazioni poi frenate dai sindacati confederali ed autonomi con
un finto accordo (ed una assemblea pilotata!) … che però non risolve il rischio
di privatizzazione del servizio pubblico.
La
mancanza di reddito evidenzia la difficoltà di mantenere una casa in affitto e
comporta la nascita di situazioni irregolari (occupazioni, resistenza agli
sfratti…) come in altre situazioni territoriali (vedi Roma).
Interviene
Nair di Verbania anche a nome di Claudia (che rappresenta attualmente Caserta)
per la Commissione Relazioni internazionali che spiega come l’USI:
-
abbia dato vita (con l’apporto dei Milanesi) alla nascita del Coordinamento
Rosso Nero, di cui fanno parte sindacati
libertari e rivoluzionari (di SVEZIA, SPAGNA, FRANCIA, ITALIA, GRECIA, POLONIA,
INGHILTERRA) che si riconoscono in un modello similare ed in una identità di
principi e di parole d’ordine, che si è dato un proprio statuto, un proprio
logo e che si sta costruendo un proprio sito;
-
abbia aderito alla CARTA DEI PRINCIPI della RETE EUROPEA DEL SINDACALISMO
ALTERNATIVO E DI BASE, diventandone uno dei punti di riferimento (in Italia
l’ultima riunione e quella del settore scuola, che tra l’altro aveva visto un
positivo dibattito e un documento unitario finale);
-
abbia partecipato alla riunione fondativa di una RETE INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’
E DI LOTTA a Parigi nel marzo 2013;
-
di come abbia già dato l’adesione all’incontro delle ultime due reti che si
terrà a Berlino dal 15 al 17 marzo prossimo.
Fa
inoltre presente che sta predisponendo con il materiale arrivatole a livello
internazionale ad alcuni articoli per il Giornale Nazionale.
Propone
il voto per l’invio di una delegazione a Berlino per il 15/16/17 marzo; i
delegati approvano all’unanimità.
Dopo
gli interventi delle situazioni più consolidate a livello nazionale sui primi 3
punti all’Odg si passa a discutere tutti insieme della preparazione del
Congresso, affidandone la gestione alla sezione romana.
Ci
si trova complessivamente d’accordo che il Congresso si svolga a Roma per
agevolare la presenza delle situazioni e delle individualità iscritte del Sud
Italia e ne viene definita anche la data orientativa (modificabile per
eventuali eventi o mobilitazioni nazionali) dal 4 al 6 luglio prossimi.
Si
decide che tutti gli interventi o il materiale da discutere per il congresso
vengano inviati all’email della segreteria nazionale usiait1@virgilio.it che provvederà a
rigirarli alle Federazioni, Sindacati nazionali, Sezioni locali e singole
individualità aderenti alla Confederazione USI.
Su
proposta della Federazione romana viene proposta la situazione di UDINE per la
segreteria nazionale e la persona di RENATO GREGO quale segretario nazionale;
proposta che verrà riportata al Congresso. La Federazione romana anche nella
persona dell’attuale segretario nazionale dà la propria disponibilità a
continuare a collaborare per la gestione di tutta l’attività tecnica e per essere
presente a tutte le iniziative che si svolgeranno nella Capitale, quando il
segretario generale ne fosse impossibilitato.
La
Federazione di Milano ricorda la necessità com’è consuetudine della
Confederazione USI di una segreteria collegiale ripartita a livello nazionale
tra le strutture locali con nomina anche di un segretario organizzativo e di
una segreteria internazionale oltre che di un esecutivo nazionale che
rappresenti tutte le situazioni più organizzate e radicate territorialmente di
cui si possono far girare le candidature prima del congresso.
Si
propone a nome dei presenti il seguente
OdG per il Congresso su cui tutti/e sono
invitati a predisporre ed inviare documenti e materiali per uno svolgimento
unitario e collegiale della sua preparazione:
1)
Strategia
sindacale della Confederazione USI;
2)
Intervento
politico-sociale dell’USI;
3)
Rafforzamento/costituzione/unificazione dei sindacati nazionali autogestiti e delle
Federazioni Territoriali intercategoriali
4)
Integrazioni
statutarie
5)
Alleanze
e Reti sia a livello locale/nazionale che internazionale
6)
Costituzione
di un fondo cassa di solidarietà
7)
Organi
di stampa/blog/siti/pagine FB della Confederazione
8)
Elezione
degli Organi statutari dell’USI, delle Federazioni Intercategoriali, dei
Sindacati Nazionali e delle Associazioni Federate
9)
Varie
ed eventuali
Tutto
quanto viene deciso in merito al prossimo Congresso posto ai voti viene approvato
all’unanimità.
Nella
riunione oltre ad una discussione nei vari interventi sui punti 1 e 2 del
prossimo Congresso, anche tenendo conto del valido contributo del Segretario
Nazionale si incominciano ad affrontare
gli altri punti.
In
merito a proposte pervenute di costituire nuovi sindacati nazionali o alla
proposta dei romani di unificare ufficialmente alcuni sindacati per evitare
troppe burocrazie (come tra SCUOLA, UNIVERSITA’, RICERCA privata e Formazione
pubblica e privata) si decide che tutto venga
rinviato alle scelte congressuali. Invitando tutti/e a predisporre documenti in
merito per il dibattito precongressuale.
Con l’occasione
si affronta la discussione sullo SLAM USI che nel suo congresso aveva deciso di
integrare nella sua attività vari spezzoni di lavoratori: dai precari agli
atipici, dai somministrati a quelli in appalto, e aveva deciso di
integrare/modificare la segreteria
collegiale nazionale per sue esigenze organizzative, che ora dovrebbero
comportare anche la necessità di spostare la sede operativa a Foggia, che in
questo campo si propone di fare un lavoro di tesseramento nazionale.
Il Comitato
Nazionale dei Delegati e l’Esecutivo in riunione congiunta – preso atto delle
necessità immediate ed in attesa del Congresso di Luglio – vota all’unanimità
per il cambio della sede operativa e per le integrazioni nell’organigramma del
sindacato, rispetto a quanto definito dal precedente Congresso, affidando ampi
poteri di firma e di predisposizione di quanto necessario per l’attività dello
stesso al segretario generale aggiunto Juri Galasso, che accetta.
Alle ore 20 si
pone termine alla prima giornata dei lavori.
Alle ore 10 di domenica
5 gennaio riprendono i lavori e la Federazione di Milano propone, con
l’accordo dei presenti, la predisposizione di una CASSA NAZIONALE con il
contributo delle varie federazioni, anche per poter affrontare le spese
internazionali di partecipazione alle varie reti e quelle di solidarietà a
strutture USI in particolare difficoltà, da approvare poi al Congresso.
Inoltre
nella prosecuzione del dibattito viene spiegato dal responsabile della
comunicazione della Federazione milanese la predisposizione del nuovo sito
della Confederazione con oltre le notizie dalle varie sedi, anche quelle dei
sindacati, la parte di sentenze e consulenze legali, quelle delle informazioni
del CAF e patronato …. Oltre che la predisposizione di una parte multimediale, ed
il collegamento ai vari link ai siti e blog sia nazionali che internazionali
delle situazione con cui operiamo, anche in solidarietà.
I
genovesi fanno richiesta di inserire la parte sui collegamenti storici che è
approvata. Così come viene considerata positivamente la richiesta degli udinesi
di predisporre uno spazio alle iniziative anche sociali e/o culturali, per tutto
questo sarà predisposto uno spazio apposito che avrà un nome scelto dalle
federazioni, per ora sintetizzabile in RESISTENZE SOCIALI.
Tra
i materiali distribuiti nel corso della riunione, i romani hanno inoltre
consegnato i dischetti della formazione sindacale effettuata a Roma in autunno
e quelli dello storico fotografico allegato che chiedono siano inseriti nella
parte multimediale del nuovo sito.
Sull’organo
di stampa si propone nuovamente una redazione nazionale e l’utilizzo di uno
spazio sul sito perché LOTTA DI CLASSE sia digitale e facilmente stampabile (in
pdf); mentre ci si è impegnati in una maggiore diffusione nazionale di documenti
e iniziative locali, utilizzando anche blog o pagine fb.
Viene
ricordato che la proprietà della testata è attualmente di Claudia Santi che si
impegna a girarla alla confederazione nella persona del segretario p.t. che
verrà nominato nel prossimo Congresso di Luglio a Roma.
Per
quanto riguarda alleanze, patti, reti o altro si invitano le federazioni e/o i
sindacati nazionali ad inviare dei documenti esplicativi (viste anche le
critiche uscite in merito ai patti fatti con le altre strutture del sindacalismo
di base) delle situazioni e delle possibili proposte.
Si
decide inoltre di lanciare una campagna nazionale di tesseramento sulla base
dei volantini presentati dalla Federazione Romana e da quella Milanese.
Non
essendovi altro da discutere la riunione termina alle ore 13 di domenica 5
gennaio.
Il
Verbalizzatore Eugenia Magnaghi detta
Nair
Il
Presidente Prof. Giuseppe Martelli
Contributo
scritto a cura della segreteria generale nazionale “uscente” Confederazione Usi
– Unione Sindacale Italiana per riunione congiunta Comitato Esecutivo e CND USI
del 4 e 5 gennaio 2014 Milano
La
crisi è ormai permanente e non solo “strutturale”, al di là delle dichiarazioni
finalizzate a rassicurare le persone sui mezzi di comunicazione di massa, su
una tendenziale e futura “ripresa”, la realtà è che si cerca di far “pagare
caro e pagare tutto” alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie, le
dichiarazioni sono più tese a rassicurare i mercati finanziari e gli apparati
economico produttivi di cui i vari governi nazionali, europei e mondiali, sono
diretta espressione e delle rispettive strutture sovranazionali, Unione Europea
compresa.
Non
è attuabile né praticabile alcuna uscita “nazionalitaria” dalla crisi; né altre
“ricette autarchiche” sono fattibili a livello generale.
La
fase di richiesta di sacrifici alle classi lavoratrici e ai soggetti sfruttati
è tutt’altro che finita, ci aspettano almeno altri due anni di sofferenza e di
progressivo impoverimento, non solo del potere di acquisto di salari e
retribuzioni, ma delle generali condizioni di vita, prima che una possibile
“ripresa” capitalistica possa avere prospettive reali di definizione e in ogni
caso non sarà a beneficio delle persone e dell’ecosistema nel quale viviamo, ma
sarà per meglio tutelare gli interessi finanziari, economici e di riassetto di
potere e di dominio, anche dal punto di vista “istituzionale”, di coloro che ci
governano a tutti i livelli, nazionali e sovranazionali.
Né
si vedono, al di là di qualche sacca di resistenza sporadica, immediate
risposte che siano in controtendenza alla situazione attuale e oggettiva; anzi
la preoccupazione espressa anche da noi, di un senso diffuso di rassegnazione,
di sfiducia e di paura, ha profondamente inciso nei comportamenti soggettivi e
quotidiani delle persone; in pochissimi casi (e solo da parte di chi ha
acquisito una certa consapevolezza) si capisce che la pratica da attuare è
quella di una risposta collettiva e tendenzialmente globale.
La
maggioranza assoluta dei lavoratori/cittadini cerca di “risolvere” la crisi a
livello individuale o nel migliore dei modi con movimenti di stampo corporativo
o di settore o localistici, che nel primo caso non hanno alcun effetto se non
quello di aumentare la rassegnazione e il senso di inefficacia, nel secondo
provocano reazioni che aumentano il livello di subalternità e di sudditanza al
sistema dominante di potere e che in ogni caso rimangono all’interno del quadro
attuale.
La
rassegnazione e la sfiducia anche per chi crede in un assetto “democratico
parlamentare” e istituzionale, portano non tanto all’astensionismo nelle
tornate elettorali, ma alla completa sfiducia che qualsiasi prospettiva sia efficace
o soltanto praticabile; quindi alla rinuncia alla lotta collettiva e alla
pratica di organizzarsi dal basso per la difesa di comuni interessi materiali.
La
sfiducia “nei partiti, nei sindacati, nelle istituzioni…” e la tendenza al
qualunquismo e all’individualismo, portano poi alla negazione di qualsiasi
forma di organizzazione collettiva per la difesa degli interessi reali delle
classi lavoratrici (messo al plurale per evidenziare che la frammentazione e la
scomposizione di classe e degli interessi materiali e di trasformazione dello
stato di cose attuale, ha fatto notevoli passi da gigante e sarà dura ritessere
le fila, almeno per una generazione intera… salvo sconvolgimenti oggettivi che permettano
di maturare da subito forme di “autodifesa collettiva” di tipo… “animale”… oggi
assopita!).
In
questo quadro, diventa maggiormente utile per chi ha interesse a mantenere le
proprie posizioni di rappresentazione di interessi opposti ai nostri (quindi a
solidificare la tutela di interessi di sfruttamento, di profitto e potere) avviare i c.d. “processi di riforma”
istituzionale; in Italia ciò avviene con l’attacco al modello di costituzione
“rigida” e ai diritti in essa contenuti, nonché alla sua modifica per mantenere
anche sotto il profilo istituzionale e di rappresentanza, le opzioni e le
variazioni delle maggioranze partitiche e di coalizione funzionali alla difesa
di quegli interessi (legge elettorale e progetti di modifica anche delle forme
di rappresentanza nei luoghi di lavoro…).
In
Europa si impone la verifica dell’attuale sistema monetario e l’accentuazione
di processi di costruzione di una Unione Europea a tre velocità (capofila
Germania, Francia, Gran Bretagna, poi Paesi dell’area euromediterranea tra i
quali anche l’Italia, a seguire con possibilità di sostituzione a seconda delle
condizioni favorevoli o meno di mercato con qualcuno dei paesi mediterranei, di
tutti i Paesi già dell’Europa orientale, con la Russia in buona posizione per
inserirsi tra i vagoni di testa…), nel mondo oltre ai Paesi già capitalisticamente
avanzati, l’ascesa della Cina e dei suoi satelliti nel sud est asiatico, con la
generale tendenza mondiale ad un progressivo impoverimento dei 4/5 del pianeta,
con il definitivo accaparramento delle risorse, dei mercati di incetta e la spartizione
di quelli di sbocco dei prodotti, con la parziale distruzione dell’ecosistema e
la prossima “guerra dell’acqua”…
Questo
scenario, che sembra apocalittico, con le sue variabili possibili, ha un
fattore che non ha margini (anche nel
modello supertecnologizzato e supercontrollato) di condizionamento e di
controllo, un fattore dinamico ed “energetico”, capace di scombinare realmente
tutti i piani e il riassetto del potere e del dominio, finanziario, economico,
politico…IL CONFLITTO.
E’
questa la vera “mina vagante” che, dal livello locale fino a quello globale, ha
la possibilità reale di far saltare le alchimie e tutte le intese di
mantenimento di sfruttamento, profitto e controllo.
Sia
che prenda l’aspetto del conflitto “sociale” (quindi che rimetta in discussione
anche le questioni istituzionali e le condizioni di vita, di modelli culturali,
delle classi lavoratrici e dei soggetti sfruttati) o solo di quello “economico”
(che parta dalla ribellione alle forme di semi schiavitù progressiva a livello
mondiale e di progressivo impoverimento, ma a livelli di sopravvivenza nei
Paesi capitalisticamente sviluppati, senza rimettere in discussione gli stili e
modelli di vita e gli assetti istituzionali e di governo in modo assoluto,
salva sempre la grande capacità di “recupero” e di assorbimento che abbiamo
visto nei decenni precedenti, in occasione di grandi movimenti di massa, dal
1968 in poi, da parte del capitalismo e dei governi che ne sono espressione…),
è cosa che non abbiamo modo di prevedere, né se avrà le caratteristiche di un
processo di emancipazione “di classe”, oppure se avrà dei connotati di matrice
ideologica o religiosa, opposti ai nostri ideali o se sarà di stampo
integralista.
Perché
il conflitto possa dispiegarsi nella sua forza dinamica e dirompente, come
fattore a noi favorevole, non basta che le condizioni oggettive peggiorino a
livello salariale e di vita a livello globale, certi modelli e tesi meccaniche
e “automatiche” non hanno dato prova di avere un tasso di attendibilità né di
coerenza, né si può aspettare in un modo “messianico” che ciò avvenga senza che
le persone, le classi lavoratrici e i soggetti sfruttati, ci mettano del loro,
cioè I RAPPORTI DI FORZA necessari per incanalare le energie prodotte da un
conflitto verso il superamento dello stato di cose presenti o per lo meno per
un passaggio di destabilizzazione di assetti di potere di dominio, di assoluta
mancanza della DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA, in modo tale da portare
attraverso una diversa redistribuzione della stessa, dalla tendenza attuale di
ricchi (pochi) che diventano più ricchi e di poveri (in costante aumento) che
diventano sempre più deboli e subalterni (e quindi ricattabili), ad una
situazione di maggiore equilibrio…fino al passaggio verso una società, o di modelli
economici e di avanzamento tali, che necessitano costantemente del conflitto e
del dinamismo “soggettivo” delle persone e della classe lavoratrice in modo
continuo e costante, in ottica solidaristica e internazionale, da far si che si
possa dire che si sia avviata una fase “rivoluzionaria”… e, per ora, ci si
ferma qui...
E’
evidente che ci troviamo in una situazione attuale molto arretrata, dove i
nostri sforzi vanno nella direzione di creare qualche condizione favorevole,
nazionale e internazionale, per uno sviluppo “positivo” del conflitto e la sua
generalizzazione, per quello che è pure nel nostro progetto originario,
definito nelle sue linee dai nostri predecessori oltre un secolo fa e
costantemente monitorato, aggiornato, approfondito e valutato nelle sue
possibilità concrete di sviluppo anche nei nostri congressi, riunioni,
seminari, convegni, valutazioni e approfondimenti, che ci hanno resi
consapevoli della correttezza di tali percorsi e processi di autorganizzazione,
di autogestione, di indipendenza da tutte le forze e gruppi politici, religiosi
e dogmatici, di autofinanziamento, di presenza radicata nei luoghi di lavoro
come nelle situazioni territoriali o sociali dove interveniamo.
Siamo
pure altrettanto consapevoli che mancano attualmente i rapporti di forza e le
energie sufficienti per praticare questi processi a livello di massa, né
abbiamo mai avuto la presunzione e l’arroganza di pensare di poter fare tutto
da soli.
La
differenza è notevole, rispetto alle altre tendenze “integraliste” o di altri
sindacati definitisi “di base”, ancora troppo ancorati ad essere cinghia di
trasmissione di partiti, gruppi politici, collettivi e quindi ad essi
subalterni…o di essere arroganti pensando che facendo un solo grande sindacato,
inglobando, annettendo, “comprando”, o peggio schiacciando o distruggendo altri
sindacati, pure se tale percorso viene ammantato da tendenza ideologica di
“confederalità sociale”.
Noi
all’Usi abbiamo la consapevolezza che vanno uniti lavoratori e lavoratrici
nelle lotte e nei processi di cambiamento, mantenendo le rispettive autonomie e
diversità e facendone un elemento di forza e di ricchezza, non di divisione,
non legittimando con operazioni di semplice “scorciatoia organizzativistica”,
quella di unire le…sigle…sotto una direzione politica di stampo autoritario,
con l’accettazione del funzionariato di mestiere e della “nuova casta”
sacerdotale dei “sindacalisti di base”…né possiamo legittimare che tali
processi siano amplificati a livello di collegamenti internazionali, vanificando
anche il lavoro fatto pure da noi in questi ultimi anni, riportando il tutto ad
uso funzionale e “speculare” al modello capitalistico e al suo metodo di
concepire le relazioni sindacali (per questo, è sufficiente la C.E.S. –
confederazione europea dei sindacati – che per noi italiani, come acronimo è
già indicativo ed è tutto “un programma”) o per il feticcio della
RAPPRESENTANZA E “RAPPRESENTATIVITA’” sindacale, intesa quale legittimazione e
riconoscimento “padronale”, ma nell’ambito dell’uso che viene chiesto ormai a
quasi tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali (notai di scelte
decise in altri ambiti dalla negoziazione ai vari livelli e ratificate con
accordi - schifezza, oppure collaborazionisti di tali scelte che poi “si
spiegano ai lavoratori per fargliele accettare senza discutere…”), che è un
altro degli obiettivi rincorsi da molti sindacati, non solo di base ma anche di
stampo corporativo- autonomo.
Un
“Modello” che è sempre stato differente dal nostro modo di vedere e di
praticare l’ATTIVITA’ SINDACALE, dalla fase di costituzione delle strutture sui
posti di lavoro o nei territori, dall’organizzazione dei percorsi di lotta e di
sviluppo del conflitto per i rapporti di forza che riusciamo a ottenere, dalla
fase di negoziazione (pure noi facciamo trattative e firmiamo accordi, a volte
di livello avanzato a volte specie in tempi di crisi di tipo difensivo, ma non
firmiamo le “immondizie sindacali”, penso nemmeno nel settore delle aziende che
si occupano di rifiuti…né legittimiamo senza lottare meccanismi di svendita su
salari, diritti, condizioni generali), senza avere come fissazione quella di
“essere rappresentativi” a tutti i costi o, valutando caso per caso in concreto
e non con approccio ideologico all’attività sindacale, di fare lotte “di
resistenza” in aziende o settori in via di smantellamento, dove non serve
obbligatoriamente fare “la trattativa”, ma solo organizzare lavoratori e
lavoratrici, fare lotte e mobilitazioni, dotarsi di pazienza e verificare
l’incisività del livello di conflitto, di rapporti materiali… se non si riesce
ad ottenere il risultato pieno, almeno di verificare lo stato di resistenza
alla pressione di coloro che si organizzano con noi e il consolidamento delle
strutture che si mettono in piedi, visto che la lotta sarà lunga e (con i
processi sia negativi che di possibile riconquista di diritti e salari) non
avrà tempi brevi
Anche
per quanto riguarda i CONFLITTI e le lotte, non è che non ce ne siano, ma o
sono frammentati, scollegati tra loro, quindi senza prospettive, oppure
prendono derive e tendenze di natura corporativa, localistica, legata
all’interno di ridefinizione di assetti di potere.
La
stessa tendenza che notiamo in Italia, che è una delle componenti ancora
attuale dell’anomalia italica, si corre il rischio di vederla attuata anche in
paesi a noi vicini o come modello possibile di reazione alla crisi globale e
alle sua applicazione negli stati nazionali.
Per
questo, abbiamo necessità di proseguire nelle linee individuate nei precedenti
congressi e nel rispetto dei nostri principi statutari, anche in vista del
prossimo congresso confederale che si svolgerà quest’anno.
Si
ribadisce che non sono utili processi strutturali che modifichino
sostanzialmente il modello dell’Usi “originaria” quella del 1912 per capirsi,
né che eventuali scelte e scorciatoie tecnico organizzativistiche per la
situazione sopra descritta, potranno portare al nostro sindacato chissà quali
benefici, né che ci si debba preoccupare più di tanto delle campagne mediatiche
e di immagine, “sponsorizzate” anche da organizzazioni politiche di stampo
prettamente anarchico, nazionale e internazionale, che facciano da volano
alla…sezione italiana dell’Ait.
Su
questo ultimo punto, nel mandato della segreteria nazionale USI, abbiamo riscontrato
tentativi di avvicinamento da parte di militanti di organizzazioni anarchiche,
finalizzate a percorsi di “tregua” e a segnali di “unione” tra le varie
componenti che usano la sigla Usi, fermo restando che come qualsiasi
organizzazione politica che sponsorizzi questo o quel sindacato (socialista,
comunista, anarchica che sia), è sempre meglio (per loro) avere una unione non
litigiosa tra le varie componenti che averle separate, fanno meno fatica nel
dare…direttive da applicare e per rasserenare i loro militanti; molti sono
talmente giovani che non sanno nemmeno i REALI MOTIVI di 19 anni fa, ne vengono
purtroppo date versioni “revisionate” o modificate rispetto alla situazione che
si verificò all’epoca e di cui molti-e di noi sono stati presenti e malgrado
tutto, protagonisti e testimoni diretti.
La
nostra proposta rimane sempre quella, siamo disponibili ad un percorso di patto
federativo tra le varie componenti che usano la sigla Usi (compresa l‘USI
Ricerca, che ha ripreso la denominazione originaria per essersi rifiutata di
farsi inglobare da Usb, come sindacato firmatario di CCNL di Comparto con
quella sigla fin dal 1996 e che subisce da due anni ormai l’opera di attacco da
parte di quelle componenti sindacali), mantenendo le rispettive autonomie e strutture,
garantendo una figura di segretario generale nazionale confederale di pura
rappresentanza formale “unitario”, senza per questo smantellare i nostri
percorsi a livello di intervento internazionale (coordinazione rosso e nera,
rete europea dei sindacati alternativi e collegamento mondiale, come uscito
dopo la Riunione di Parigi del marzo 2013) rispetto all’Ait, con autonomia per
finanziamento, quote sindacali e diritti ma mettendo in comune ove possibile le
agibilità sindacali conquistate nei rispettivi territori o per eventuali
ricorsi, la cessazione delle attività denigratorie ai nostri danni ma nulla di
più.
Va
verificato dall’Esecutivo nazionale USI, se vi sono possibilità future e
attuabili di incontri per questa proposta di massima, ovviamente con i diretti
interessati e non con i loro …“sponsor” politici…
Per
il CONGRESSO USI nel 2014: si propone di fare il congresso a Roma, o ai primi
di luglio o a settembre, per la possibilità e la capacità contenendone al
minimo i costi e per l’ospitalità anche
per gli inviti ad altri sindacati ed organizzazioni (hanno tutte le loro
segreterie in città) ed esentando le altre strutture da problemi organizzativi
e da spese eccessive (costi del congresso che dovranno però essere, in
proporzione alle loro possibilità, suddivisi tra le varie federazioni), fermo
restando che per dovuta e logica rotazione degli incarichi, la prossima
segreteria generale nazionale dovrebbe andare alla federazione di Udine.
La
Federazione di Roma, che è stata già sentita e che avrà il suo passaggio di
riunione di organizzazione” locale l’11 gennaio p.v., nonché il segretario
generale uscente e i componenti di esecutivo che lavorano a Roma, si rendono
disponibili a dare il loro aiuto, sostegno ed esperienza per affiancare il
prossimo segretario generale e i componenti dei vari incarichi
nell’organigramma collegiale che uscirà dal prossimo congresso Usi, all’interno
delle funzioni di Esecutivo, data l’oggettiva presenza nella città di quasi
tutti gli organi istituzionali e di rappresentanza italiani ed europei, come
del resto già fatto negli anni precedenti.
Si
propone di fare dalla fine di gennaio fino alla data del congresso, una
efficace e semplice (non dispendiosa) anche utilizzando gli strumenti di
comunicazione e informazione tecnologica e telematica, CAMPAGNA PER IL
TESSERAMENTO E L’ORGANIZZAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO E NELLE CITTA’ PER IL
2014, ALL’UNIONE SINDACALE ITALIANA, fondata nel 1912, nonché COLLEGATA alla
notizia della data e luogo di svolgimento del prossimo nostro congresso
nazionale confederale.
Si
propone di mantenere i contatti sia per la coordinazione rosso e nera (pur con
tutti i limiti e i tempi notevoli di sviluppo di quel percorso) e della rete
europea del sindacalismo alternativo e di base e di quella internazionale, che
avrà la sua prossima riunione nei giorni 15 e 16 marzo e 17 marzo 2014 a
Berlino (va data conferma per i posti, abbiamo già dato la conferma alla nostra
partecipazione, ma sarebbe opportuno definire costi per la trasferta e
possibilmente documento o schede da mandare per e mail in anticipo per i
materiali da distribuire a quelle riunioni e da diffondere anche in cartaceo).
Vi
anticipo che prima del Congresso Usi del 2014, sarà inoltrata la relazione sul
triennio di mandato svolto e una valutazione “commentata” sulle relazioni e contatti
presi in questo periodo di tempo, anche in relazione a eventuali e non
obbligatori patti di unità di azione, patti federativi e attività di rete
(salute e sicurezza) nei quali l’Usi è stata parte attiva, pur con tutti i suoi
limiti e difficoltà di attuazione del progetto.
Un
saluto trasmette Roberto Martelli n.q. di segretario generale nazionale p.t. e
“uscente”
della Confederazione USI – Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912
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