mercoledì 15 gennaio 2014

verbale della riunione del comitato nazionale dei delegati e dell'esecutivo Milano 4 e 5 gennaio 2014


VERBALE DELLA RIUNIONE DELL’ESECUTIVO NAZIONALE E DEL COMITATO NAZIONALE DEI DELEGATI USI

A MILANO IL 4 – 5 GENNAIO 2013

 

Alle ore 16 del 4 gennaio, su indicazione della Segreteria Collegiale e dell’Esecutivo Nazionale per agevolare la partecipazione, si apre presso la sede USI di Milano la riunione congiunta delle due strutture dell’UNIONE SINDACALE ITALIANA per discutere su vari temi importanti e per la convocazione del CONGRESSO NAZIONALE DELLA CONFEDERAZIONE.

I delegati romani presentano subito il documento del Segretario Nazionale Roberto Martelli (impossibilitato per motivi di salute ad essere presente) che viene letto e allegato e propongono per presidente della Riunione congiunta dell’Esecutivo e del Comitato Nazionale dei Delegati  il segretario della Federazione Romana Intercategoriale Giuseppe Martelli e quale verbalizzatrice Nair Magnaghi della Federazione di Verbania, ai quali affidare i compiti di stesura dei verbali che dovranno essere successivamente depositati.

Il presidente prende atto di una presenza articolata di membri dell’esecutivo nazionale (in rappresentanza delle Federazioni Intercategoriali di Milano, Udine, Genova, Roma e Verbania) e di delegati in rappresentanza delle varie situazioni provinciali dove la nostra Confederazione è presente: Torino, Pavia, Novara, Varese, Latina, Frosinone, Pistoia, Perugia, Foggia, Bologna, Rimini, Caserta, Napoli, Reggio Calabria, Lecce e  anche in rappresentanza dei sindacati USI: Commercio Turismo e Servizi, SLAM, Enti Locali, Scuola e Università, Industria … e dichiara aperta la riunione.

La proposta della riunione congiunta, posta ai voti, è accettata dai presenti e si inizia il dibattito sull’Odg proposto dalla segreteria nazionale ed integrato dalla presidenza della riunione, con l’adesione dei delegati presenti:

·         Verifica situazione nazionale e locale

·         Iniziative e mobilitazioni nazionali e locali nell’arco del 2013

·         Contatti con reti e situazioni a livello nazionale e internazionale

·         Problematiche relative allo SLAM USI

·         Preparazione e atti di indizione per il prossimo Congresso Nazionale Confederale dell’USI (il XIV) nel 2014

·         Campagna di Tesseramento

·         Organi di comunicazione della Confederazione – sito e giornale LOTTA DI CLASSE

·         Varie ed eventuali

Si decide anche di affrontare più punti all’Odg negli interventi delle varie strutture per velocizzare i lavori.

Prende per primo la parola il segretario della Federazione intercategoriale di Milano, S. BRUZZESE, anche nella sua funzione di Segretario Nazionale del sindacato USI COMMERCIO – TURISMO e SERVIZI (che ha ormai una rappresentanza articolata su tutto il territorio nazionale) , che informa la costituzione di nuove sezioni del sindacato in altre province: PAVIA, NOVARA, VARESE e TORINO e che delegati di queste sono presenti alla riunione.

Ricorda che sono pervenuti vari documenti da situazioni locali impossibilitate ad essere presenti per motivi di salute o familiare dei delegati; fra questi quello della Federazione di Bologna che chiede un aiuto a livello nazionale per pagare le spese legali di una vertenza persa.

Fa presente il consistente aumento di iscritti per la situazione milanese, che è sempre più attiva nei cambi di appalti e nelle vertenze del settore socio-sanitario, in alcuni casi con la collaborazione di altre strutture di base (vedi Cobas), a questa situazione di crescita si contrappone la necessità di avviare cause di difesa di lavoratori o sezioni sindacali contro i tentativi di padroni e padroncini di peggiorare le condizioni salariali e di lavoro, spesso con l’avallo di compiacenti sindacalisti confederali. Ricorda come nelle varie cause avute a Milano sia stata accertata la consistenza associativa nazionale del sindacato USI COMMERCIO – TURISMO e SERVIZI, che potrebbe ottenere maggiore rappresentanza se tutte le strutture locali fornissero presenze e sezioni costituite alla Segreteria del Sindacato (milano@usiait.it).

Interviene la delegazione romana che fa presente che la FEDERAZIONE INTERCATEGORIALE si è presa carico durante tutto il 2013 di partecipare a nome della Confederazione a tutte le iniziative e mobilitazioni svoltesi a ROMA, così come di organizzare scioperi nazionali o appoggiare a livello nazionale le lotte dei precari della scuola.

Viene specificato che a livello nazionale si sta lavorando per la ricostituzione di una Rete nazionale lavoratori coop. Sociali – Terzo settore, si sta appoggiando le iniziative della RETE NAZIOANLE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI (di cui l’USI è stata tra le fondatrici), si stanno appoggiando le iniziative e le mobilitazioni nazionali nella scuola, con un appoggio particolare a quelle del Coordinamento dei Precari, e si vuole (partendo da una realtà romana in via di consolidamento) dar vita ad un Coordinamento Nazionale contro la SPENDING REVIEW (che comporterà forti tagli nelle aziende partecipate degli enti locali e in molti casi un reale rischio di privatizzazione delle stesse) …

Questo ha significato anche la solidarietà locale alle lotte degli autisti dell’ATAC contro tagli e parziale privatizzazione, così come la nascita di una nuova sezione a RISORSE PER ROMA, un’altra delle aziende partecipate e/o speciali di ROMA CAPITALE (nuove definizione del Comune di Roma) che si aggiunge alla presenza e alle mobilitazioni di questi ultime mesi in ZETEMA – FARMACAP – MULTISERVIZI, CANILI COMUNALI …

Varie sono le vertenze locali che si aggiungono a queste: sia tra i/le lavoratori/trici del Comune in specie settore istruzione e cultura, vedi Nidi e Scuole d’Infanzia e Biblioteche comunali che in settori privati (nidi convenzionati …), che nel settore socio sanitario da CAPODARCO alle decine di coop. Sociali dove siamo rappresentativi, fino al settore del commercio (vedi esposti contro la MOTORCITY)…

A queste vertenze debbono aggiungersi iniziative (anche costruite dall’Associazione nazionale USICONS onlus, molto presente nella realtà romana) sul TEATRO PUBBLICO PARTECIPATO, sulle lotte per il DIRITTO ALL’ABITARE (in particolare contro gli sfratti dell’ATER – azienda comunale delle case popolari) e per ultimo sulla proposta di una DELIBERA CONSILIARE DI INIZIATIVA POPOLARE contro i finanziamenti di Roma Capitale alle scuole private che devono essere invece utilizzati per le scuole comunali (il comitato costituito sulla base di una proposta fatta dall’USI vede oggi la presenza di una trentina di strutture, che vanno dai sindacati di base (USI, CUB, USB, UNICOBAS) alle forze politiche di sinistra (SEL – PRC – PDCI – Sinistra Anticapitalista) dall’Associazionismo (USICONS, UAAR, Assoc. Valdesi, Scuola e costituzione, Cinecittà Bene Comune, Action …) fino al Coordinamento delle scuole di Roma (che comprende pezzi della sinistra CGIL, il Coordinamento Precari della Scuola, Associazioni di Genitori e di studenti) …

Interviene Renato Grego per la Federazione di UDINE che ha spiegato la situazione della nuova sede, che dovrebbe essere affidata dal Comune all’USICONS e che servirebbe per l’USI e per le altre associazioni tipo EMERGENCY che collaborano nelle varie iniziative locali a livello sociale, anche se purtroppo ci sono ancora ritardi nelle pratiche  che non permettono attualmente la disponibilità dell’USI di Udine quale sede del Congresso Nazionale.

Viene fatta presente come oggi nel Nord-Est  ci sia una vera e propria crisi occupazionale (tipo sud italia), con false Coop. Sociali che schiacciano i lavoratori; concordando con quanto scritto nel documento del Segretario Nazionale.

Necessita quindi un intervento USI anche nel campo del lavoro autonomo con progetti autonomi e/o autogestiti anche per la stessa sopravvivenza; così come il rilancio di una richiesta di reddito (di cittadinanza o altro modello) per tutti/e … in questa fase la federazione appoggia anche l’esperienza dei gruppi di acquisto popolare (GAP) ed è favorevole all’apertura insieme ad altri di un ambulatorio popolare… e di possibili esperienze autogestite (vedi nido)

Per quanto riguarda invece interventi con altre situazione si esprime la difficoltà territoriale di lavorare con altre strutture del sindacalismo di base, mentre è più facile un intervento politico-sociale con altre situazioni presenti a livello territoriale.

Interviene nuovamente la Federazione di Milano che con Bruzzese fa presente la necessità anche da parte dei Milanesi di una nuova sede più grande (per cui è iniziata una trattativa) che possa servire per la nascita di una CAMERA DEL LAVORO sul modello dell’USI storica che sappia coniugare il sindacale al sociale, anche con la presenza di un legale fisso in sede, la gestione autonoma del CAF e di una sezione di un Patronato già riconosciuto … così come la disponibilità per fare corsi di formazione sindacale anche ai delegati delle nuove situazioni provinciali che si sono venute a costituire in Lombardia, Piemonte e nel Veneto.

Prende la parola Roberto Bagnasco per la Federazione Genovese che ricorda la difficoltà esistente in città per lo smantellamento del vecchio polo industriale (Italsider, Fincantieri, Ansaldo, Marconi ….) che porta ad una vera e propria disgregazione della classe lavoratrice senza più cultura operaia e di classe. Difficoltà evidenti anche nella CGIL dove ci sono  scontri tra le correnti e le forze politiche che le sostengono. Riporta quanto successo nel servizio di trasporto pubblico con forti mobilitazioni poi frenate dai sindacati confederali ed autonomi con un finto accordo (ed una assemblea pilotata!) … che però non risolve il rischio di privatizzazione del servizio pubblico.

La mancanza di reddito evidenzia la difficoltà di mantenere una casa in affitto e comporta la nascita di situazioni irregolari (occupazioni, resistenza agli sfratti…) come in altre situazioni territoriali (vedi Roma).

Interviene Nair di Verbania anche a nome di Claudia (che rappresenta attualmente Caserta) per la Commissione Relazioni internazionali che spiega come l’USI:

- abbia dato vita (con l’apporto dei Milanesi) alla nascita del Coordinamento Rosso Nero, di cui fanno parte  sindacati libertari e rivoluzionari (di SVEZIA, SPAGNA, FRANCIA, ITALIA, GRECIA, POLONIA, INGHILTERRA) che si riconoscono in un modello similare ed in una identità di principi e di parole d’ordine, che si è dato un proprio statuto, un proprio logo e che si sta costruendo un proprio sito;

- abbia aderito alla CARTA DEI PRINCIPI della RETE EUROPEA DEL SINDACALISMO ALTERNATIVO E DI BASE, diventandone uno dei punti di riferimento (in Italia l’ultima riunione e quella del settore scuola, che tra l’altro aveva visto un positivo dibattito e un documento unitario finale);

- abbia partecipato alla riunione fondativa di una RETE INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA’ E DI LOTTA a Parigi nel marzo 2013;

- di come abbia già dato l’adesione all’incontro delle ultime due reti che si terrà a Berlino dal 15 al 17 marzo prossimo.

Fa inoltre presente che sta predisponendo con il materiale arrivatole a livello internazionale ad alcuni articoli per il Giornale Nazionale.

Propone il voto per l’invio di una delegazione a Berlino per il 15/16/17 marzo; i delegati approvano all’unanimità.

Dopo gli interventi delle situazioni più consolidate a livello nazionale sui primi 3 punti all’Odg si passa a discutere tutti insieme della preparazione del Congresso, affidandone la gestione alla sezione romana.

Ci si trova complessivamente d’accordo che il Congresso si svolga a Roma per agevolare la presenza delle situazioni e delle individualità iscritte del Sud Italia e ne viene definita anche la data orientativa (modificabile per eventuali eventi o mobilitazioni nazionali) dal  4 al 6 luglio prossimi.

Si decide che tutti gli interventi o il materiale da discutere per il congresso vengano inviati all’email della segreteria nazionale usiait1@virgilio.it che provvederà a rigirarli alle Federazioni, Sindacati nazionali, Sezioni locali e singole individualità aderenti alla Confederazione USI.

Su proposta della Federazione romana viene proposta la situazione di UDINE per la segreteria nazionale e la persona di RENATO GREGO quale segretario nazionale; proposta che verrà riportata al Congresso. La Federazione romana anche nella persona dell’attuale segretario nazionale dà la propria disponibilità a continuare a collaborare per la gestione di tutta l’attività tecnica e per essere presente a tutte le iniziative che si svolgeranno nella Capitale, quando il segretario generale ne fosse impossibilitato.

La Federazione di Milano ricorda la necessità com’è consuetudine della Confederazione USI di una segreteria collegiale ripartita a livello nazionale tra le strutture locali con nomina anche di un segretario organizzativo e di una segreteria internazionale oltre che di un esecutivo nazionale che rappresenti tutte le situazioni più organizzate e radicate territorialmente di cui si possono far girare le candidature prima del congresso.

Si propone  a nome dei presenti il seguente OdG per il Congresso  su cui tutti/e sono invitati a predisporre ed inviare documenti e materiali per uno svolgimento unitario e collegiale della sua preparazione:

1)    Strategia sindacale della Confederazione USI;

2)    Intervento politico-sociale dell’USI;

3)    Rafforzamento/costituzione/unificazione  dei sindacati nazionali autogestiti e delle Federazioni Territoriali intercategoriali

4)    Integrazioni statutarie

5)    Alleanze e Reti sia a livello locale/nazionale che internazionale

6)    Costituzione di un fondo cassa di solidarietà

7)    Organi di stampa/blog/siti/pagine FB della Confederazione

8)    Elezione degli Organi statutari dell’USI, delle Federazioni Intercategoriali, dei Sindacati Nazionali e delle Associazioni Federate

9)    Varie ed eventuali

Tutto quanto viene deciso in merito al prossimo Congresso posto ai voti viene approvato all’unanimità.

Nella riunione oltre ad una discussione nei vari interventi sui punti 1 e 2 del prossimo Congresso, anche tenendo conto del valido contributo del Segretario Nazionale   si incominciano ad affrontare gli altri punti.

In merito a proposte pervenute di costituire nuovi sindacati nazionali o alla proposta dei romani di unificare ufficialmente alcuni sindacati per evitare troppe burocrazie (come tra SCUOLA, UNIVERSITA’, RICERCA privata e Formazione pubblica e privata) si decide che  tutto venga rinviato alle scelte congressuali. Invitando tutti/e a predisporre documenti in merito per il dibattito precongressuale.

Con l’occasione si affronta la discussione sullo SLAM USI che nel suo congresso aveva deciso di integrare nella sua attività vari spezzoni di lavoratori: dai precari agli atipici, dai somministrati a quelli in appalto, e aveva deciso di integrare/modificare  la segreteria collegiale nazionale per sue esigenze organizzative, che ora dovrebbero comportare anche la necessità di spostare la sede operativa a Foggia, che in questo campo si propone di fare un lavoro di tesseramento nazionale.

Il Comitato Nazionale dei Delegati e l’Esecutivo in riunione congiunta – preso atto delle necessità immediate ed in attesa del Congresso di Luglio – vota all’unanimità per il cambio della sede operativa e per le integrazioni nell’organigramma del sindacato, rispetto a quanto definito dal precedente Congresso, affidando ampi poteri di firma e di predisposizione di quanto necessario per l’attività dello stesso al segretario generale aggiunto Juri Galasso, che accetta.

Alle ore 20 si pone termine alla prima giornata dei lavori.

Alle ore 10 di domenica 5 gennaio riprendono i lavori e la Federazione di Milano propone, con l’accordo dei presenti, la predisposizione di una CASSA NAZIONALE con il contributo delle varie federazioni, anche per poter affrontare le spese internazionali di partecipazione alle varie reti e quelle di solidarietà a strutture USI in particolare difficoltà, da approvare poi al Congresso.

Inoltre nella prosecuzione del dibattito viene spiegato dal responsabile della comunicazione della Federazione milanese la predisposizione del nuovo sito della Confederazione con oltre le notizie dalle varie sedi, anche quelle dei sindacati, la parte di sentenze e consulenze legali, quelle delle informazioni del CAF e patronato …. Oltre che la predisposizione di una parte multimediale, ed il collegamento ai vari link ai siti e blog sia nazionali che internazionali delle situazione con cui operiamo, anche in solidarietà.

I genovesi fanno richiesta di inserire la parte sui collegamenti storici che è approvata. Così come viene considerata positivamente la richiesta degli udinesi di predisporre uno spazio alle iniziative anche sociali e/o culturali, per tutto questo sarà predisposto uno spazio apposito che avrà un nome scelto dalle federazioni, per ora sintetizzabile in RESISTENZE SOCIALI.

Tra i materiali distribuiti nel corso della riunione, i romani hanno inoltre consegnato i dischetti della formazione sindacale effettuata a Roma in autunno e quelli dello storico fotografico allegato che chiedono siano inseriti nella parte multimediale del nuovo sito.

Sull’organo di stampa si propone nuovamente una redazione nazionale e l’utilizzo di uno spazio sul sito perché LOTTA DI CLASSE sia digitale e facilmente stampabile (in pdf); mentre ci si è impegnati in una maggiore diffusione nazionale di documenti e iniziative locali, utilizzando anche blog o pagine fb.

Viene ricordato che la proprietà della testata è attualmente di Claudia Santi che si impegna a girarla alla confederazione nella persona del segretario p.t. che verrà nominato nel prossimo Congresso di Luglio a Roma.

Per quanto riguarda alleanze, patti, reti o altro si invitano le federazioni e/o i sindacati nazionali ad inviare dei documenti esplicativi (viste anche le critiche uscite in merito ai patti fatti con le altre strutture del sindacalismo di base) delle situazioni e delle possibili proposte.

Si decide inoltre di lanciare una campagna nazionale di tesseramento sulla base dei volantini presentati dalla Federazione Romana e da quella Milanese.

Non essendovi altro da discutere la riunione termina alle ore 13 di domenica 5 gennaio.

 

Il Verbalizzatore  Eugenia Magnaghi detta Nair                            
Il Presidente Prof. Giuseppe Martelli

 
Contributo scritto a cura della segreteria generale nazionale “uscente” Confederazione Usi – Unione Sindacale Italiana per riunione congiunta Comitato Esecutivo e CND USI del 4 e 5 gennaio 2014 Milano


La crisi è ormai permanente e non solo “strutturale”, al di là delle dichiarazioni finalizzate a rassicurare le persone sui mezzi di comunicazione di massa, su una tendenziale e futura “ripresa”, la realtà è che si cerca di far “pagare caro e pagare tutto” alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie, le dichiarazioni sono più tese a rassicurare i mercati finanziari e gli apparati economico produttivi di cui i vari governi nazionali, europei e mondiali, sono diretta espressione e delle rispettive strutture sovranazionali, Unione Europea compresa.

Non è attuabile né praticabile alcuna uscita “nazionalitaria” dalla crisi; né altre “ricette autarchiche” sono fattibili a livello generale.

La fase di richiesta di sacrifici alle classi lavoratrici e ai soggetti sfruttati è tutt’altro che finita, ci aspettano almeno altri due anni di sofferenza e di progressivo impoverimento, non solo del potere di acquisto di salari e retribuzioni, ma delle generali condizioni di vita, prima che una possibile “ripresa” capitalistica possa avere prospettive reali di definizione e in ogni caso non sarà a beneficio delle persone e dell’ecosistema nel quale viviamo, ma sarà per meglio tutelare gli interessi finanziari, economici e di riassetto di potere e di dominio, anche dal punto di vista “istituzionale”, di coloro che ci governano a tutti i livelli, nazionali e sovranazionali.

Né si vedono, al di là di qualche sacca di resistenza sporadica, immediate risposte che siano in controtendenza alla situazione attuale e oggettiva; anzi la preoccupazione espressa anche da noi, di un senso diffuso di rassegnazione, di sfiducia e di paura, ha profondamente inciso nei comportamenti soggettivi e quotidiani delle persone; in pochissimi casi (e solo da parte di chi ha acquisito una certa consapevolezza) si capisce che la pratica da attuare è quella di una risposta collettiva e tendenzialmente globale.

La maggioranza assoluta dei lavoratori/cittadini cerca di “risolvere” la crisi a livello individuale o nel migliore dei modi con movimenti di stampo corporativo o di settore o localistici, che nel primo caso non hanno alcun effetto se non quello di aumentare la rassegnazione e il senso di inefficacia, nel secondo provocano reazioni che aumentano il livello di subalternità e di sudditanza al sistema dominante di potere e che in ogni caso rimangono all’interno del quadro attuale.

La rassegnazione e la sfiducia anche per chi crede in un assetto “democratico parlamentare” e istituzionale, portano non tanto all’astensionismo nelle tornate elettorali, ma alla completa sfiducia che qualsiasi prospettiva sia efficace o soltanto praticabile; quindi alla rinuncia alla lotta collettiva e alla pratica di organizzarsi dal basso per la difesa di comuni interessi materiali.

La sfiducia “nei partiti, nei sindacati, nelle istituzioni…” e la tendenza al qualunquismo e all’individualismo, portano poi alla negazione di qualsiasi forma di organizzazione collettiva per la difesa degli interessi reali delle classi lavoratrici (messo al plurale per evidenziare che la frammentazione e la scomposizione di classe e degli interessi materiali e di trasformazione dello stato di cose attuale, ha fatto notevoli passi da gigante e sarà dura ritessere le fila, almeno per una generazione intera… salvo sconvolgimenti oggettivi che permettano di maturare da subito forme di “autodifesa collettiva” di tipo… “animale”… oggi assopita!).     

In questo quadro, diventa maggiormente utile per chi ha interesse a mantenere le proprie posizioni di rappresentazione di interessi opposti ai nostri (quindi a solidificare la tutela di interessi di sfruttamento, di profitto e potere)  avviare i c.d. “processi di riforma” istituzionale; in Italia ciò avviene con l’attacco al modello di costituzione “rigida” e ai diritti in essa contenuti, nonché alla sua modifica per mantenere anche sotto il profilo istituzionale e di rappresentanza, le opzioni e le variazioni delle maggioranze partitiche e di coalizione funzionali alla difesa di quegli interessi (legge elettorale e progetti di modifica anche delle forme di rappresentanza nei luoghi di lavoro…).

In Europa si impone la verifica dell’attuale sistema monetario e l’accentuazione di processi di costruzione di una Unione Europea a tre velocità (capofila Germania, Francia, Gran Bretagna, poi Paesi dell’area euromediterranea tra i quali anche l’Italia, a seguire con possibilità di sostituzione a seconda delle condizioni favorevoli o meno di mercato con qualcuno dei paesi mediterranei, di tutti i Paesi già dell’Europa orientale, con la Russia in buona posizione per inserirsi tra i vagoni di testa…), nel mondo oltre ai Paesi già capitalisticamente avanzati, l’ascesa della Cina e dei suoi satelliti nel sud est asiatico, con la generale tendenza mondiale ad un progressivo impoverimento dei 4/5 del pianeta, con il definitivo accaparramento delle risorse, dei mercati di incetta e la spartizione di quelli di sbocco dei prodotti, con la parziale distruzione dell’ecosistema e la prossima “guerra dell’acqua”…

Questo scenario, che sembra apocalittico, con le sue variabili possibili, ha un fattore  che non ha margini (anche nel modello supertecnologizzato e supercontrollato) di condizionamento e di controllo, un fattore dinamico ed “energetico”, capace di scombinare realmente tutti i piani e il riassetto del potere e del dominio, finanziario, economico, politico…IL CONFLITTO.

E’ questa la vera “mina vagante” che, dal livello locale fino a quello globale, ha la possibilità reale di far saltare le alchimie e tutte le intese di mantenimento di sfruttamento, profitto e controllo.

Sia che prenda l’aspetto del conflitto “sociale” (quindi che rimetta in discussione anche le questioni istituzionali e le condizioni di vita, di modelli culturali, delle classi lavoratrici e dei soggetti sfruttati) o solo di quello “economico” (che parta dalla ribellione alle forme di semi schiavitù progressiva a livello mondiale e di progressivo impoverimento, ma a livelli di sopravvivenza nei Paesi capitalisticamente sviluppati, senza rimettere in discussione gli stili e modelli di vita e gli assetti istituzionali e di governo in modo assoluto, salva sempre la grande capacità di “recupero” e di assorbimento che abbiamo visto nei decenni precedenti, in occasione di grandi movimenti di massa, dal 1968 in poi, da parte del capitalismo e dei governi che ne sono espressione…), è cosa che non abbiamo modo di prevedere, né se avrà le caratteristiche di un processo di emancipazione “di classe”, oppure se avrà dei connotati di matrice ideologica o religiosa, opposti ai nostri ideali o se sarà di stampo integralista.

Perché il conflitto possa dispiegarsi nella sua forza dinamica e dirompente, come fattore a noi favorevole, non basta che le condizioni oggettive peggiorino a livello salariale e di vita a livello globale, certi modelli e tesi meccaniche e “automatiche” non hanno dato prova di avere un tasso di attendibilità né di coerenza, né si può aspettare in un modo “messianico” che ciò avvenga senza che le persone, le classi lavoratrici e i soggetti sfruttati, ci mettano del loro, cioè I RAPPORTI DI FORZA necessari per incanalare le energie prodotte da un conflitto verso il superamento dello stato di cose presenti o per lo meno per un passaggio di destabilizzazione di assetti di potere di dominio, di assoluta mancanza della DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA, in modo tale da portare attraverso una diversa redistribuzione della stessa, dalla tendenza attuale di ricchi (pochi) che diventano più ricchi e di poveri (in costante aumento) che diventano sempre più deboli e subalterni (e quindi ricattabili), ad una situazione di maggiore equilibrio…fino al passaggio verso una società, o di modelli economici e di avanzamento tali, che necessitano costantemente del conflitto e del dinamismo “soggettivo” delle persone e della classe lavoratrice in modo continuo e costante, in ottica solidaristica e internazionale, da far si che si possa dire che si sia avviata una fase “rivoluzionaria”… e, per ora, ci si ferma qui...

E’ evidente che ci troviamo in una situazione attuale molto arretrata, dove i nostri sforzi vanno nella direzione di creare qualche condizione favorevole, nazionale e internazionale, per uno sviluppo “positivo” del conflitto e la sua generalizzazione, per quello che è pure nel nostro progetto originario, definito nelle sue linee dai nostri predecessori oltre un secolo fa e costantemente monitorato, aggiornato, approfondito e valutato nelle sue possibilità concrete di sviluppo anche nei nostri congressi, riunioni, seminari, convegni, valutazioni e approfondimenti, che ci hanno resi consapevoli della correttezza di tali percorsi e processi di autorganizzazione, di autogestione, di indipendenza da tutte le forze e gruppi politici, religiosi e dogmatici, di autofinanziamento, di presenza radicata nei luoghi di lavoro come nelle situazioni territoriali o sociali dove interveniamo.

Siamo pure altrettanto consapevoli che mancano attualmente i rapporti di forza e le energie sufficienti per praticare questi processi a livello di massa, né abbiamo mai avuto la presunzione e l’arroganza di pensare di poter fare tutto da soli.

La differenza è notevole, rispetto alle altre tendenze “integraliste” o di altri sindacati definitisi “di base”, ancora troppo ancorati ad essere cinghia di trasmissione di partiti, gruppi politici, collettivi e quindi ad essi subalterni…o di essere arroganti pensando che facendo un solo grande sindacato, inglobando, annettendo, “comprando”, o peggio schiacciando o distruggendo altri sindacati, pure se tale percorso viene ammantato da tendenza ideologica di “confederalità sociale”.

Noi all’Usi abbiamo la consapevolezza che vanno uniti lavoratori e lavoratrici nelle lotte e nei processi di cambiamento, mantenendo le rispettive autonomie e diversità e facendone un elemento di forza e di ricchezza, non di divisione, non legittimando con operazioni di semplice “scorciatoia organizzativistica”, quella di unire le…sigle…sotto una direzione politica di stampo autoritario, con l’accettazione del funzionariato di mestiere e della “nuova casta” sacerdotale dei “sindacalisti di base”…né possiamo legittimare che tali processi siano amplificati a livello di collegamenti internazionali, vanificando anche il lavoro fatto pure da noi in questi ultimi anni, riportando il tutto ad uso funzionale e “speculare” al modello capitalistico e al suo metodo di concepire le relazioni sindacali (per questo, è sufficiente la C.E.S. – confederazione europea dei sindacati – che per noi italiani, come acronimo è già indicativo ed è tutto “un programma”) o per il feticcio della RAPPRESENTANZA E “RAPPRESENTATIVITA’” sindacale, intesa quale legittimazione e riconoscimento “padronale”, ma nell’ambito dell’uso che viene chiesto ormai a quasi tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali (notai di scelte decise in altri ambiti dalla negoziazione ai vari livelli e ratificate con accordi - schifezza, oppure collaborazionisti di tali scelte che poi “si spiegano ai lavoratori per fargliele accettare senza discutere…”), che è un altro degli obiettivi rincorsi da molti sindacati, non solo di base ma anche di stampo corporativo- autonomo.

Un “Modello” che è sempre stato differente dal nostro modo di vedere e di praticare l’ATTIVITA’ SINDACALE, dalla fase di costituzione delle strutture sui posti di lavoro o nei territori, dall’organizzazione dei percorsi di lotta e di sviluppo del conflitto per i rapporti di forza che riusciamo a ottenere, dalla fase di negoziazione (pure noi facciamo trattative e firmiamo accordi, a volte di livello avanzato a volte specie in tempi di crisi di tipo difensivo, ma non firmiamo le “immondizie sindacali”, penso nemmeno nel settore delle aziende che si occupano di rifiuti…né legittimiamo senza lottare meccanismi di svendita su salari, diritti, condizioni generali), senza avere come fissazione quella di “essere rappresentativi” a tutti i costi o, valutando caso per caso in concreto e non con approccio ideologico all’attività sindacale, di fare lotte “di resistenza” in aziende o settori in via di smantellamento, dove non serve obbligatoriamente fare “la trattativa”, ma solo organizzare lavoratori e lavoratrici, fare lotte e mobilitazioni, dotarsi di pazienza e verificare l’incisività del livello di conflitto, di rapporti materiali… se non si riesce ad ottenere il risultato pieno, almeno di verificare lo stato di resistenza alla pressione di coloro che si organizzano con noi e il consolidamento delle strutture che si mettono in piedi, visto che la lotta sarà lunga e (con i processi sia negativi che di possibile riconquista di diritti e salari) non avrà tempi brevi         

Anche per quanto riguarda i CONFLITTI e le lotte, non è che non ce ne siano, ma o sono frammentati, scollegati tra loro, quindi senza prospettive, oppure prendono derive e tendenze di natura corporativa, localistica, legata all’interno di ridefinizione di assetti di potere.

La stessa tendenza che notiamo in Italia, che è una delle componenti ancora attuale dell’anomalia italica, si corre il rischio di vederla attuata anche in paesi a noi vicini o come modello possibile di reazione alla crisi globale e alle sua applicazione negli stati nazionali.

Per questo, abbiamo necessità di proseguire nelle linee individuate nei precedenti congressi e nel rispetto dei nostri principi statutari, anche in vista del prossimo congresso confederale che si svolgerà quest’anno.

Si ribadisce che non sono utili processi strutturali che modifichino sostanzialmente il modello dell’Usi “originaria” quella del 1912 per capirsi, né che eventuali scelte e scorciatoie tecnico organizzativistiche per la situazione sopra descritta, potranno portare al nostro sindacato chissà quali benefici, né che ci si debba preoccupare più di tanto delle campagne mediatiche e di immagine, “sponsorizzate” anche da organizzazioni politiche di stampo prettamente anarchico, nazionale e internazionale, che facciano da volano alla…sezione italiana dell’Ait.

Su questo ultimo punto, nel mandato della segreteria nazionale USI, abbiamo riscontrato tentativi di avvicinamento da parte di militanti di organizzazioni anarchiche, finalizzate a percorsi di “tregua” e a segnali di “unione” tra le varie componenti che usano la sigla Usi, fermo restando che come qualsiasi organizzazione politica che sponsorizzi questo o quel sindacato (socialista, comunista, anarchica che sia), è sempre meglio (per loro) avere una unione non litigiosa tra le varie componenti che averle separate, fanno meno fatica nel dare…direttive da applicare e per rasserenare i loro militanti; molti sono talmente giovani che non sanno nemmeno i REALI MOTIVI di 19 anni fa, ne vengono purtroppo date versioni “revisionate” o modificate rispetto alla situazione che si verificò all’epoca e di cui molti-e di noi sono stati presenti e malgrado tutto, protagonisti e testimoni diretti.

La nostra proposta rimane sempre quella, siamo disponibili ad un percorso di patto federativo tra le varie componenti che usano la sigla Usi (compresa l‘USI Ricerca, che ha ripreso la denominazione originaria per essersi rifiutata di farsi inglobare da Usb, come sindacato firmatario di CCNL di Comparto con quella sigla fin dal 1996 e che subisce da due anni ormai l’opera di attacco da parte di quelle componenti sindacali), mantenendo le rispettive autonomie e strutture, garantendo una figura di segretario generale nazionale confederale di pura rappresentanza formale “unitario”, senza per questo smantellare i nostri percorsi a livello di intervento internazionale (coordinazione rosso e nera, rete europea dei sindacati alternativi e collegamento mondiale, come uscito dopo la Riunione di Parigi del marzo 2013) rispetto all’Ait, con autonomia per finanziamento, quote sindacali e diritti ma mettendo in comune ove possibile le agibilità sindacali conquistate nei rispettivi territori o per eventuali ricorsi, la cessazione delle attività denigratorie ai nostri danni ma nulla di più.

Va verificato dall’Esecutivo nazionale USI, se vi sono possibilità future e attuabili di incontri per questa proposta di massima, ovviamente con i diretti interessati e non con i loro …“sponsor” politici…

Per il CONGRESSO USI nel 2014: si propone di fare il congresso a Roma, o ai primi di luglio o a settembre, per la possibilità e la capacità contenendone al minimo i costi  e per l’ospitalità anche per gli inviti ad altri sindacati ed organizzazioni (hanno tutte le loro segreterie in città) ed esentando le altre strutture da problemi organizzativi e da spese eccessive (costi del congresso che dovranno però essere, in proporzione alle loro possibilità, suddivisi tra le varie federazioni), fermo restando che per dovuta e logica rotazione degli incarichi, la prossima segreteria generale nazionale dovrebbe andare alla federazione di Udine.

La Federazione di Roma, che è stata già sentita e che avrà il suo passaggio di riunione di organizzazione” locale l’11 gennaio p.v., nonché il segretario generale uscente e i componenti di esecutivo che lavorano a Roma, si rendono disponibili a dare il loro aiuto, sostegno ed esperienza per affiancare il prossimo segretario generale e i componenti dei vari incarichi nell’organigramma collegiale che uscirà dal prossimo congresso Usi, all’interno delle funzioni di Esecutivo, data l’oggettiva presenza nella città di quasi tutti gli organi istituzionali e di rappresentanza italiani ed europei, come del resto già fatto negli anni precedenti.

Si propone di fare dalla fine di gennaio fino alla data del congresso, una efficace e semplice (non dispendiosa) anche utilizzando gli strumenti di comunicazione e informazione tecnologica e telematica, CAMPAGNA PER IL TESSERAMENTO E L’ORGANIZZAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO E NELLE CITTA’ PER IL 2014, ALL’UNIONE SINDACALE ITALIANA, fondata nel 1912, nonché COLLEGATA alla notizia della data e luogo di svolgimento del prossimo nostro congresso nazionale confederale.

Si propone di mantenere i contatti sia per la coordinazione rosso e nera (pur con tutti i limiti e i tempi notevoli di sviluppo di quel percorso) e della rete europea del sindacalismo alternativo e di base e di quella internazionale, che avrà la sua prossima riunione nei giorni 15 e 16 marzo e 17 marzo 2014 a Berlino (va data conferma per i posti, abbiamo già dato la conferma alla nostra partecipazione, ma sarebbe opportuno definire costi per la trasferta e possibilmente documento o schede da mandare per e mail in anticipo per i materiali da distribuire a quelle riunioni e da diffondere anche in cartaceo).

 
Buon lavoro a tutti/e per l’Esecutivo nazionale e il CND, con l’invito a semplificare al minimo il dibattito (per quello abbiamo conferenze di organizzazione locali e il Congresso) nelle due giornate e di dare indicazioni su data, luogo di svolgimento e tempistica per il congresso 2014, con la speranza che le proposte avanzate anche in questo documento e contributo scritto siano positivamente accolte e sostenute, alleviando la parte rimasta del mandato della segreteria nazionale generale “uscente” nei mesi di attività rimasta.

Vi anticipo che prima del Congresso Usi del 2014, sarà inoltrata la relazione sul triennio di mandato svolto e una valutazione “commentata” sulle relazioni e contatti presi in questo periodo di tempo, anche in relazione a eventuali e non obbligatori patti di unità di azione, patti federativi e attività di rete (salute e sicurezza) nei quali l’Usi è stata parte attiva, pur con tutti i suoi limiti e difficoltà di attuazione del progetto.

 

Un saluto trasmette Roberto Martelli n.q. di segretario generale nazionale p.t. e

“uscente” della Confederazione USI – Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912

          

                                                                                   

 

 

 

 

 

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