martedì 11 ottobre 2011

il sindacalismo alternativo europeo verso il 15 ottobre

Non vogliamo pagare la loro crisi! LOTTIAMO!
In tutti i paesi, il governo e i padroni stanno attuando una serie di piani di austerità che rispondono alle esigenze degli organismi del capitalismo mondiale: il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mon-diale, la Banca centrale europea… La loro ricetta è semplice: far pagare i popoli, sfruttare sempre più i lavoratori e le lavoratrici per aumentare il potere e il profitto di una piccola minoranza (capitalisti, banchieri, industriali ...). Distruggere i servizi pubblici e la tutela sociale, congelare i salari e le pensioni, aumentare la produttività dei dipendenti, tassare i lavoratori, diffondere la precarietà in tutti i settori, dequalificare le capacità e le conoscenze dei/lle lavoratori/trici ... E’ la guerra sociale che è scatenata contro i dipendenti, i disoccupati, i pensionati. Per raggiungere i loro fini, i padroni e i governi attaccano tutte le conquiste democratiche, le libertà e i diritti sindacali, conquistate dalle generazioni precedenti, distruggono la legislazione sociale di ogni paese, reprimono coloro che resistono, stigmatizzano i poveri e gli immigrati. Devono pagare per la loro crisi. Tocca a noi imporre con le lotte le Rete europea del sindacalismo alternativo e di base Confederacion General del Trabajo CGT - Spagna; Confederacion Intersindical Spagna; Intersindical Alternativa de Catalunya - IAC – Catalogna; Confederazione Unitaria di Base - CUB – Italia; Unione Sindacale Italiana - USI – Italia; Confederazione Italiana di Base UNICOBAS – Italia; Fédération SUD
Vaud - SUD - Vaud Suisse; Union syndicale Solidaires- Solidaires – Francia:
Confédération Nationale du Travail CNT – Francia - Transnational
Information Exchange TIE – Germania
riprodotto da USI – LARGO VERATTI 25 - 00146 ROMA
fax 06/77201444 – tel. 06/70451981
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In una tale situazione, dobbiamo gettare tutte le nostre forze nella lotta! Il debito accumulato dai governi che si sono succeduti e l’indebitamento privato sono serviti a far funzionare il sistema, a nascondere illegalmente una quota crescente di ricchezza a favore dei capitalisti, dei banchieri e degli industriali, per aumentare i profitti degli azionisti. Dobbiamo cancellare il debito pubblico di cui non siamo responsabili.
La crisi segna il fallimento delle politiche che vogliono lasciare al mercato la sorte dell'umanità. E’ il sistema stesso che è in crisi, per questo è necessario metterlo in discussione, e opporgli un'alternativa.
Bisogna redistribuire la ricchezza che produciamo, prendere delle misure immediate, da imporre con le nostre mobilitazioni: cambiare completamente il sistema fiscale, aumentare i salari, le pensioni e le indennità, occorre la creazione di lavori socialmente utili e stabili (tagliare le spese militari). Ma questo deve appoggiarsi a misure strutturali forti: sviluppo dei servizi pubblici per tutti i settori che sono beni comuni utili alla società, fornire una tutela sociale per tutti, promuovere l'istruzione e la cultura, rendendo effettiva la parità tra uomini e le donne… Il sistema capitalista sta attraversando una crisi strutturale, profonda. Una parte del movimento sindacale ha accettato gran parte delle sue scelte e dei suoi obiettivi; questo sindacalismo è diventato funzionale al sistema. Al contrario, molte strutture sindacali collettive continuano la loro azione per l’emancipazione del sindacalismo: difendere gli interessi immediati dei lavoratori e delle lavoratrici, e costruire una società non più basata sul dominio e lo sfruttamento della maggior parte della popolazione. Questo sindacalismo, il nostro, è anche internazionalista. La crisi fa crescere la xenofobia e il razzismo. Dobbiamo combattere questi flagelli con la costruzione della solidarietà internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici! Per salvare il loro sistema capitalista e i loro profitti, i padroni e gli azionisti si muovono a livello internazionale.
Il nostro movimento sindacale deve agire attraverso le frontiere per imporre un sistema diverso da quello che sfrutta i/le lavoratori/trici, saccheggiando le risorse naturali e i paesi poveri, portando miseria, fame e insicurezza, attacchi a tutte le libertà democratiche e ai diritti fondamentali ... Per questo proseguiamo nella costruzione di una rete per l’alternativa sindacale in Europa, aperta a tutte le forze che vogliono combattere contro il capitalismo e il liberalismo, per gli interessi e le aspirazioni dei dipendenti, per l'emancipazione di tutte le persone, per i beni comuni, per la trasformazione della società.
nostre esigenze sociali. Insieme sosteniamo gli scioperi e le lotte nei vari paesi, la giornata internazionale del 15 ottobre, le manifestazioni contro il G20

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